May 30, 2009

quel poco che posso dire

Sarà che la luce quando cambia la stagione è uguale dappertutto. Ora i palazzi di Bologna sono le barche dell'Adriatico, la sabbia sul lungomare vecchio è la polvere di Siena, le strade di Roma portano in Piazza del Campo e via Saragozza è la Statale 16, io sono te e noi siamo in ogni luogo. Potremmo incontrarci dietro l'angolo, quasi.

(à)

se mi svegli t'ammazzo


Giorni di partenze. Si avverte nell'aria la convergenza degli strappi. Delle slacciature. Fanno il suono del vento, hanno il colore del pomeriggio. Sorde, tamponate, schermate. Atterrite. Ma i piedi non toccano il suolo, si pedala, si nuota. La paura di scrivere. La paura di scrivere come. La paura. Che alla fine è sempre quella di non riuscire a. Oppure di non sapere cosa. Peggio, di non sapere perché. Io contro io. Da A ad A non cambia niente, non c'è diegesi, si sta. Dove si va? Dove si va se voglio restare? Se voglio assomigliarmi, farmi la rima, riguardarmi, aspettarmi e accamparmi? Tutto si trasforma, tranne. Io contro io: un uomo che dorme.

(à)

May 16, 2009

a memoria (artaudmonamour)

Mi suggeriscono recitare strada,
polizia mi lascerà, polizia mi lascerà,
devo dire ambiente strada moderna non è teatrale, ci corre,
cercare mio ambiente, ambiente,
le intemperie, le intemperie,
teatro portatile,
in ogni caso non si prova per la strada,
in ogni caso mondo dove tutto basato su danaro e dove danaro o sua assenza impedisce tutto,
si deve poter significare che i materiali non hanno prezzo, legno, tela, cibo, attori,
che si possono ottenere senza danaro e che si può ripristinare il baratto, la cooperazione delle derrate.


Che occorre insomma?
Si può recitare su una piazza se è bel tempo, perché ci vuole spazio,
in un hangar, un'officina in disuso o un garage,
ma bisogna provare.
Sono pronto a mostrare che non mi serve danaro e che posso farne a meno,
mi si dia una casa per abitarci,
il cibo,
che ci sia gente che taglia e cuce i vestiti,
e una Società nella società,
uno Stato nello Stato.

(à)

May 5, 2009

gli spazi bianchi

Appunto: dicevo stasera dell'invisibile, di ciò che sta in mezzo, a cui non si presta attenzione. Io sto tra.

(à)

May 4, 2009

bathysphere





between coral
silent eel
silver swordfish
I can't really feel
or dream down here

(à)

May 1, 2009

cani e porci


Un vetraio andrà bene benissimo. Ceci n'est pas une actrice. Io non sono una di quelle, non ho mai sentito che un castello cresca. Ho una memoria infallibile e mai, giuro, mai ho visto un castello crescente, né mangiato madeleinettes. Prigioniera nel mio alloggio. Non è ancora pronta? Non è ancora pronta la coperta a stelle? E le scale mobili, i manichini dorati, le parrucchiere e gli occhi blu? Occhi blu, capelli neri, Marguerite. Non divagare. Non sei ancora pronta? Io non sono una di quelle, anche se rinuncerei a tutte le primavere che conto per chiudermi in ognuna delle scatole scure che noi conosciamo bene. Polvere e umidità, trallallallalà. Scatole magiche, scatole belle. Succhiano avide gli anni, sgranocchiando settimane e ore. Scatole dentate, meravigliosamente vellutate. No, decisamente no, io non sarò mai una di quelle. Sono venuta a liberarti. Io sarò abbronzata tutto l'anno, sarò una casalinga gentile, una maestra depressa, sarò in gran carriera, una donna, mai una di quelle. Sarò la mia vicina di casa tradita, una corista, un'estetista, strapperò biglietti all'ingresso e mi tingerò i capelli di mogano, avrò colpi di sole sulle punte bruciate, amore, amore, avrò un gatto e un tappeto persiano, un giardino da coltivare, avrò da chiacchierare, molto da sospirare, confidare, due cognate da biasimare e lunghi pomeriggi da correre sul lungomare, e ancora, amore, ancora copertoni da sostituire e cene a decine da ricambiare, a decine, occhi da evitare, occhi, occhi a decine, amore. Mai una di quelle. Ho il diamante, ma non la porta non c'è. Amore, non c'è.

(à)
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Bologna+Roma
(à)lessandra cava : (l)orenzo pallini